Monte Pasubio
Descrizione
L' etimologia del Monte Pasubio non è certa ; si pensa che derivi dal termine "Passucolo" , che può discendere a sua volta da "pascolo".
Per altri il termine "Pasubio" deriva dalla forma errata di Passubio derivato a sua volta da "passo" tra Vallarsa , Terragnolo e Posina: la soppressione della doppia esse sarebbe attribuibile ad un errore commesso dai cartografi austriaci e quindi di conseguenza riportata nella cartografia italiana.
Perno centrale delle Prealpi Venete, il Pasubio costituisce l’anello di giunzione tra le Piccole Dolomiti e la regione degli altipiani. È questa la premessa all’eccezionale ruolo strategico che questo luogo ebbe durante la Grande Guerra, diventando “la montagna più accanitamente contesa fra tutte sul fronte alpino”. Il Pasubio divenne il protagonista di una vicenda storica che non trova paragoni sull’intera fronte tridentina e che trasformerà la montagna in quella che un combattente austriaco non esitò a definire “la caldaia delle streghe”. Una rete di strade, mulattiere e sentieri percorre il massiccio da ogni lato, fornendo una vastissima gamma di itinerari d’accesso, tra cui primeggia per la sua straordinaria arditezza e bellezza la “Strada delle 52 Gallerie”.
Il massiccio del Monte Pasubio si erge al margine nord della provincia di Vicenza e su di esso passa l’attuale confine tra Veneto e Trentino. La linea di demarcazione fra le due regioni ricalca esattamente il confine politico esistente fino il 1918 fra l’Italia e l’Austria-Ungheria.
Il Pasubio è posto fra due grandi depressioni: quella Vallarsa-Pian delle Fugazze ad ovest e quella della Borcola fra le valli di Terragnolo e Posina a est. 5 comuni si dividono il territorio del Pasubio: le venete Valli del Pasubio e Posina, e i trentini Vallarsa, Terragnolo e Trambileno.
A sud il monte cade a precipizio sull’alta Val Leogra, nel territorio di Valli del Pasubio, mentre a settentrione degrada più dolcemente verso la zona di Rovereto. Su di esso si elevano alcune alture divenute famose durante la Grande Guerra: cima Palon (m2236), Dente Italiano (m 2220), Dente Austriaco (m 2203), monte Roite (m 2144), monte Corno (m 2141), Col Santo (m 2112).
Dalla depressione di Porte del Pasubio si stacca a sud-est una dorsale, conosciuta dagli escursionisti come “5 Cime”, che degrada bruscamente verso Bocchetta Campiglia. E’ questa la zona percorsa dalla Strada delle 52 Gallerie. Sul Pasubio salgono attualmente alcune rotabili che si staccano dalla SP46 Vicenza-Rovereto.
La parte alta del Monte Pasubio è zona sacra, in virtù degli aspri combattimenti che vi si svolsero per tutta la durata della Prima Guerra Mondiale tra l’esercito italiano e l’impero austro-ungarico. Vi si trovano l’Arco Romano, eretto presso il Cimitero Italiano della Brigata Liguria, con la celebre iscrizione “Di qui non si passa”.
Fu inaugurato nel 1935. L’opera fu edificata all’interno del muretto perimetrale, prendendo il posto di un piccolo monumento costruito contestualmente al Cimitero. Nell’anno 2011 è stato restaurato dai volonterosi fanti della sezione di Valli del Pasubio. Altro sito d’interesse nella sommità del Pasubio è la Chiesetta di Sette Croci, consacrata a Gesù e a Santa Maria delle Nevi, inaugurata sul monte Pasubio il 10 settembre 1961 alla presenza del Ministro della Difesa Giulio Andreotti.
Fu patrocinata dal cappellano degli alpini mons. Francesco Galloni, mentre gli autori del progetto furono Umberto Valdo e lo scultore Guido Cremasco. La campana fu donata dal GES, Gruppo Escursionisti Scledensi.
Per salire il Monte Pasubio esistono diverse alternative. Le principali sono la Strada delle 52 Gallerie, la Strada degli Scarubbi, la Strada degli Eroi, la Val Canale, la Val Fontana d’Oro. Tutte arrivano in località Porte del Pasubio dove si trova il rifugio Achille Papa (1928 metri).
Numerose poi le vie di arrampicata che si trovano sul massiccio, generalmente di alta difficoltà, soprattutto sugli imponenti Soji Rossi. Diversi anche i vaji e vori che risalgono i ripidi canaloni del Pasubio. Pasubio quindi che si configura sia come una montagna da escursioni che da alpinismo per esperti.
Foto: Federico Pozzer