Teatro Civico
Descrizione
Il teatro non rientra strettamente nella rete di istituzioni operaie o culturali volute da Alessandro Rossi, pur tuttavia è segno materiale della vitalità non solo industriale ma anche culturale raggiunta dalla Città di Schio all’inizio del XX secolo: venne, infatti, costruito proprio all'interno del Nuovo Quartiere Operaio. Nel 1906 si costituì a Schio una “Cooperativa per il Teatro Nuovo” con lo scopo di dotare la Città di un nuovo teatro che potesse rispondere alle sue crescenti istanze culturali; la presidenza fu affidata al barone Alessandro Rossi, nipote dell’omonimo industriale.
Viene bandito un concorso di progettazione e tra i progetti presentati viene scelto quello dell'architetto vicentino Ferruccio Chemello, mentre la costruzione viene affidata al capomastro Antonio Carretta.
L'edificio è concepito in stile eclettico con impianto del teatro all'italiana: sala a ferro di cavallo, platea, palchi e ampio loggione.
Per la costruzione del Teatro civico il progettista utilizzò il cemento armato (solai e loggione), materiale al tempo innovativo scelto per ragioni strutturali e di resistenza al fuoco. Il 9 giugno 1909 avvenne la solenne inaugurazione del Teatro con la rappresentazione dell’opera lirica Mefistofele di Arrigo Boito, adatta per mostrare al pubblico le grandi possibilità sceniche.
L'edificio presenta nella facciata principale tre grandi arcate che permettono l’accesso all'atrio e poi, mediante scale di marmo di Chiampo, si giunge nella platea un tempo vastissima e occupata tutta da poltrone e scanni. Il piano della platea era smontabile e sotto vi si trovava una pista per la cavallerizza, ai lati file di palchi e il loggione capace di 700 posti a sedere. Il teatro fu realizzato con molta cura e con tutte le comodità che la pratica aveva fino a quel tempo suggerito: dal riscaldamento nei 15 camerini per gli artisti e ballerine, alla preziosità del sipario di velluto color cremisi. Al secondo piano del teatro si trova un'elegante sala conferenze intitolata a Giovanni Calendoli. Lo storico edificio, a seguito di restauro conservativo, è stato riaperto al pubblico il 29 marzo 2014.