Descrizione
Il convento di San Nicolò è una delle prime testimonianze della presenza nel Veneto (la prima nel Vicentino) dell’ordine dei Cappuccini, sorto nel 1528 come nuovo ramo dei Francescani. Nel convento di Schio, fondato dallo scledense fra' Matteo Pedrazza, si tenne nel 1537 il primo "capitolo" della Provincia veneta; esso diede nel tempo ospitalità ad importanti figure del mondo francescano, tra cui i santi Lorenzo da Brindisi e Marco d'Aviano.
Il convento e la vicina chiesa di San Nicolò, attestata già dalla fine del 1200 e consacrata nel 1602, conobbero nel tempo numerosi lavori di ricostruzione. Nel 1769 il convento fu soppresso, incamerato nei beni della Serenissima e ceduto a privati, mentre la chiesa rimase officiata e aperta ai fedeli. Nel 1946, dopo complessi e delicati passaggi, i Cappuccini tornarono nell’antico convento che venne ufficialmente riaperto con una solenne celebrazione.
Il convento presenta una decina di celle, il refettorio, la cucina, il chiostro e alcune sale di ritrovo; è provvisto anche di un grande orto e giardino ricco di vegetazione.
La sobria chiesa di San Nicolò ha un ingresso preceduto da un piccolo portico; in una nicchia sopra la porta laterale sulla destra è collocato un teschio con il severo monito: "O tu mortal che guardi miri e pensi, / io fui quale tu sei con alma e sensi. / Tu pur verrai cangiato qual son io, / pensa di cuore a questo e va con Dio".
L'interno della chiesa è ad unica navata con copertura a capriate; nella cappella laterale di sinistra sono conservate le spoglie di fra' Matteo (1906-1989), indimenticata ed esemplare figura di Francescano.
Di rilevante pregio artistico sono nell’altar maggiore il secentesco tabernacolo ligneo, intagliato e dorato, la pala, opera (1597) di Alessandro Maganza, che raffigura San Nicolò con i santi Francesco, Chiara, Lorenzo e Caterina d'Alessandria e due piccole pale con l’Annunciazione, opera pregevole del pittore cappuccino Paolo Piazza.
Nel 2013 gli ultimi frati presenti a San Nicolò furono trasferiti presso altra sede e ciò determinò la chiusura dello storico convento.