Santuario di S. Giuseppina Bakhita e Mostra permanente
Descrizione
La chiesa della Sacra Famiglia, tempio dell'Istituto Canossiano, è una delle più recenti tra quelle costruite in città in età preconciliare. La sua costruzione iniziò nel 1850, quando una processione cittadina portò la prima pietra benedetta dall'arciprete mons. Gaetano Greselin sul terreno donato dalla benefattrice Chiara Dalla Piazza.
Il progetto fu di Bartolomeo Folladore, ma per la mancanza di fondi i lavori furono interrotti per molti anni, tanto che si conclusero solo nel 1901. La costruzione della chiesa fu determinata dall'insediamento in città della Congregazione delle Figlie della Carità Canossiane (1864) su impulso di mons. Alessandro Garbin.
La chiesa riprende il modello del Pantheon di Roma, riducendolo ad un terzo delle sue dimensioni; l'altezza della cupola è uguale al diametro dell’edificio. La facciata è rimasta incompleta rispetto al progetto originario, che prevedeva un prònao mai costruito.
Quattro grandi archi uguali scandiscono l'interno, avvolto in una luce diffusa proveniente dal lucernario circolare al centro della cupola: uno guarda verso l'ingresso, quello opposto si apre nel presbiterio, nel quale si trova l'elegante altar maggiore; gli altri due ospitano gli altari minori dedicati all'Addolorata e a santa Maddalena di Canossa (1774-1835), fondatrice della congregazione delle Canossiane e dedita all'educazione delle ragazze povere e all'assistenza ospedaliera.
La cupola è sorretta da sedici colonne corinzie abbinate a quattro nicchioni sormontati da altrettanti dipinti monocromatici di Giuseppe Mincato, collegati all'intitolazione della chiesa.
Nel presbiterio, in un'urna di bronzo e vetro, sono conservate le spoglie di santa Giuseppina Bakhita, suora Canossiana di origine sudanese, morta a Schio l'8 febbraio 1947 e beatificata il 17 maggio 1992. In occasione della canonizzazione della Santa, avvenuta il primo ottobre del 2000, la chiesa fu accuratamente restaurata.
Annessi all’edificio sacro si trovano il convento delle suore Canossiane e un'esposizione che raccoglie testimonianze sulla vita di santa Giuseppina Bakhita.